Palermo 14 gennaio 2025 – “E’ stato creato un illegittimo meccanismo di ricorso all’extrabudget che sta consentendo alle strutture sanitarie palermitane accreditate di ottenere il rimborso delle prestazioni erogate sforando i tetti di spesa. L’obiettivo si sposti piuttosto dalle esigenze di budget alle esigenze dei pazienti privati del diritto a una sanità funzionante ed equa, e degli operatori sanitari, soggetti ad aggressioni quotidiane e oggi vittime sacrificali della stessa classe dirigente che ha prodotto questo stato di cose”.
A denunciarlo, in riposta alle assicurazioni giunte da più parti con le quali si nega il superamento dei tetti di spesa delle strutture private, sono i segretari generali di Cgil Palermo Mario Ridulfo, assieme alla segretaria Cgil Palermo Laura Di Martino, e della Fp Cgil Palermo Andrea Gattuso.
Cgil Palermo e Fp Cgil Palermo puntano riflettori sulla legge regionale del 3 gennaio 2024. Una legge giudicata “illegittima” da una recente sentenza della Corte Costituzionale (n 197 del 2024), che ha ingiustificatamente esteso fino al 2026 quella particolare indennità di funzione che era stata introdotta nel periodo Covid in favore delle strutture private accreditate.
“Cessata la fase emergenziale, questa indennità – rilevano Mario Ridulfo, Laura Di Martino e Andrea Gattuso – è stata spostata sotto l’ombrello dei ‘fondi contenziosi’, un fondo apposito che ogni azienda del Ssr mette a disposizione per rispondere ad eventuali azioni legali avviate da strutture accreditate. In questo modo, le aziende sanitarie pubbliche sono state autorizzate ad utilizzare sistematicamente tali fondi per pagare l’extrabudget dei privati e perfino per sostenere la parte fissa delle spese per il personale sanitario delle Rsa accreditate”.
“E sempre in questo modo, le strutture sanitarie accreditate – osservano ancora la Cgil e la Fp Cgil – agiscono legalmente per ottenere il rimborso delle prestazioni erogate sforando i tetti di spesa, instaurando molti facili contenziosi nei quali l’onere della prova spetta alla parte debitrice, ovvero la parte pubblica. L’articolo 8-quinquies del D.lgs. n. 502 del 1992 assegna infatti alle Regioni il compito di determinare i criteri per la remunerazione delle strutture ove queste abbiano erogato volumi di prestazioni eccedenti il programma preventivo concordato”.
La conclusione di Cgil e Fp è che se in altre regioni si applica spesso una regressione tariffaria progressiva, remunerando le prestazioni extra budget a una tariffa via via decrescente “la Sicilia, con la legge 3/2024, ha ritenuto di azzerare almeno apparentemente il peso dell’extrabudget attraverso un sistema che, di fatto, ne legalizza il sistematico ricorso”.
Da lungo tempo Cgil Palermo e Fp Cgil Palermo denunciano la drammatica situazione degli ospedali della città.
“Il sopralluogo blitz a favore di telecamere, del presidente Renato Schifani presso l’azienda ospedaliera Villa Sofia, oltre a mettere in difficoltà gli operatori sanitari nello svolgimento delle proprie mansioni, non ha né messo in luce nulla di nuovo, né possiamo dire sia stato costruttivo – proseguono i sindacalisti – Le sorti del servizio sanitario nazionale non dipendono da un’unità gestionale che faccia da capro espiatorio. Né purtroppo dall’impegno dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario, che ha già dato ripetutamente prova di tenacia nel sacrificio e di fede nel sistema. Il destino del nostro Ssr dipende semmai da un piano massiccio di investimenti nelle risorse umane e da una pianificazione strategica delle attività ospedaliere, che risponda alla crescente domanda di salute della popolazione”.
“Dunque – concludono – l’accordo appena siglato tra la Regione Siciliana e le aziende ospedaliere pubbliche e private di Palermo dello scorso 9 gennaio, non solo non risolve i problemi ma certifica il fallimento delle politiche pubbliche per la salute dei cittadini palermitani”.