Palermo 15 dicembre 2022 – Nidil Cgil Palermo e Filt Cgil Palermo esprimono la propria solidarietà e le condoglianze ai familiari di Muralidharan Abhishek, il rider indiano di 28 anni, investito da un’auto a Roma durante lo svolgimento del proprio turno. L’ennesima vittima di un lavoro precario, organizzato secondo la logica del ‘profitto a qualunque costo’: a costo di lavorare 10, 11 ore al giorno per 7 giorni a settimana, di essere pagati a cottimo con una retribuzione che troppo spesso non supera nemmeno i 4euro l’ora, di ‘inseguire’ ogni consegna per racimolare qualche euro in più, a scapito della sicurezza.
“È l’ennesima riprova di come questo lavoro meriti un’attenzione specifica sulle tematiche riguardanti salute e sicurezza, perché ancora poco o nulla è stato fatto in tal senso, soprattutto per quei Rider che sono ancora obbligati a lavorare con un contratto di falsa autonomia – dichiarano in una nota Nidil Cgil Palermo e Filt Cgil Palermo- Da sempre ribadiamo che la narrazione fatta dalle piattaforme su questo lavoro non corrisponde alle sue reali condizioni. L’autonomia paventata dal contratto Assodelivery serve solo a mascherare le condizioni da lavoratori subordinati, che invece emergono se si osserva questo lavoro da vicino”.
“Glovo, ad esempio – spiega Fabio Pace, coordinatore dei Rider per Nidil e Filt Palermo – ha reintrodotto il meccanismo del ranking. Ogni rider ha un punteggio di eccellenza che tra le altre cose dipende strettamente dalla disponibilità di lavoro che dà alla piattaforma. Se la disponibilità non è massima, ovvero 8 ore al giorno dal lunedì al venerdì, e fino a 11 ore il sabato e la domenica, il punteggio di eccellenza si abbassa, riducendo le occasioni del lavoratore o della lavoratrice di accedere a turni di lavoro e consegne disponibili”.
“Sono diventate troppo frequenti le notizie di cronaca che registrano incidenti, o peggio morti sul lavoro – dichiara Giuseppe Ferrito, segretario Filt Cgil Palermo Sicilia – Solo nel corso di quest’anno, da gennaio a settembre, ci sono state 677 morti sul luogo di lavoro, la media di 3 morti al giorno, il 32 per cento in più dello stesso periodo del 2021. Numeri che fanno accapponare la pelle e che ci dicono che c’è una emergenza sociale sulla quale occorre intervenire rivedendo i protocolli di sicurezza, soprattutto laddove le tutele latitano a causa di un regime contrattuale atipico e precario”.
“Ci rattrista molto apprendere dell’ennesima tragedia che vede ancora una volta coinvolto un Rider – dichiara il neo-segretario generale Nidil Cgil Palermo Francesco Brugnone – La nostra categoria da anni segue questo settore e ha cercato di intervenire a tutela dei lavoratori, sia attraverso un’attività vertenziale che ha visto i Rider vincere numerose sentenze, sia attraverso una sindacalizzazione di strada che con non poche difficoltà ha consentito la costituzione di una rete tra lavoratrici e lavoratori del settore, per mettere in campo mobilitazioni rivendicative davvero imponenti. Tuttavia – prosegue Brugnone – questo sembra non bastare alle piattaforme digitali, che continuano ad osteggiare le rivendicazioni delle decine di migliaia di lavoratori, fuggendo qualunque occasione di confronto reale sui temi. E sembra non bastare nemmeno alle istituzioni che, al di là dei cambi di vertici, nonostante le numerose sentenze che dichiarano questi lavoratori come lavoratori subordinati, sembrano essersi dimenticati di quelli che in pandemia erano stati definiti eroi. E che oggi ancora attendono una legge chiara che abolisca il cottimo e faccia sorgere un contratto collettivo con le organizzazioni sindacali davvero rappresentative dei lavoratori del settore”.
“È fondamentale, a nostro avviso – conclude Fabio Pace – che i lavoratori siano solidali tra loro, che questi orribili avvenimenti scuotano le coscienze e gli animi di ogni Rider. C’è bisogno che tutte e tutti si sentano coinvolti da queste tragedie, per rafforzare quel senso di comunità , di identità, di condivisione e che accomuna queste lavoratrici e lavoratori più di quanto molti di loro stessi siano consapevoli. Bisogna contrastare la forza economica delle piattaforme con la forza sociale delle lavoratrici e dei lavoratori. Solo così si possono contrattare condizioni di lavoro più giuste ed eque per tutte e tutti.”