Palermo 18 febbraio 2025 – Sabato 22 febbraio si terrà a Palermo una manifestazione di solidarietà alla popolazione della Repubblica democratica del Congo. Il concentramento sarà alle ore 15.30 in piazza Crispi. Alle 16 il corteo si muoverà per raggiungere piazza Verdi.
A organizzare la manifestazione sono la comunità congolese di Palermo con la Cgil Palermo e un gruppo di assoczioni, Diaspore per la Pace, Donne di Benin City, Movimento Right to be, Algeria Trinacria per la Cooperazione, Mondo Africa, Africa Solidale, Arci Palermo.
La Repubblica Democratica del Congo (Rdc) sta attraversando una fase critica, caratterizzata da intensi conflitti armati, crisi umanitarie e instabilità politica, con l’occupazione del Nord e Sud Kivu, fa cui i capoluoghi Goma e Bukavu, da parte del Movimento 23 Marzo (M23), apertamente sostenuto dal Ruanda, come si evidenzia da diversi rapporti delle Nazioni Unite.
“Tutto questo è dovuto al saccheggio delle risorse minerarie presenti nel sottosuolo congolese, importanti oggi per la transizione ecologica e digitale oltre che per l’industria bellica – dichiara la comunità congolese di Palermo – Sfruttamento di materie prime che è autorizzato dal memorandum d’intesa dell’Ue col Ruanda. Secondo la Ong Global Witness, il 90 per cento del tantalio esportato dal Ruanda proviene in realtà dalla Rdc. Non solo l’Ue, quasi tutte le organizzazioni sia pubbliche che private sono consapevoli che, spesso, questi minerali provengono dall’estrazione illegale, il commercio illecito, il trasporto al di fuori dei canali ufficiali e la tassazione dei minerali prodotti”.
Questa marcia intende informare la cittadinanza palermitana della guerra feroce in corso in Congo, intensificata nelle ultime settimane, come si vede dalla statistica dei morti.
“L’Onu parla di 3 mila morti in una settimana solo a Goma e parlano di stupri alle donne e di moltissimi bambini che muoiono pe mancanza di cure mediche e di farmaci – spiega la segretaria Cgil Palermo Bijou Nzirirane – Per non parlare anche di tanti giovani e minori arruolati nella macchina bellica. Chiediamo con forza che ci sia il cessate il fuoco, che l’Occidente non si nasconda dietro la logica del mercato dimenticando l’importanza delle persone. E chiediamo il rispetto dei confini e dell’integrità territoriale e che il governo del Ruanda lasci il nostro Paese”.
La Cgil Palermo è vicina alla comunità congolese di Palermo e per questo assieme ad altre associazioni promuove l’iniziativa di sabato 22 febbraio.
“Esistono guerre che non fanno notizia e non provocano le dovute reazioni nei governi e nelle nazioni – afferma il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – L’opinione pubblica italiana è tenuta all’oscuro volontariamente perché in Congo la posta in gioco è lo sfruttamento, da parte di tutti gli Stati e delle multinazionali, delle materie prime di cui è ricco il sottosuolo. Quello che viene descritto quasi come un conflitto regionale è in verità una parte della guerra globale che si combatte nel mondo per il controllo dei minerali e delle terre rare. La città di Bukavu è alla mercé dei saccheggiatori, i residenti si sono riversati nelle strade nel tentativo di fuggire. La città, una delle più grandi della Repubblica democratica del Congo, ha una popolazione di circa 1,3 milioni di persone (due volte Palermo)”.
L’Unione africana nei giorni scorsi si è riunita ma non si si è affrontato il problema di quanto sta accadendo in Congo, è stato evidenziato solo il rischio una “balcanizzazione del Paese”.
“Esprimiamo rammarico per il fatto che non siano riusciti ad affrontare il problema. La sfida della pace richiede coraggio, impegno costante e una visione condivisa – aggiunge Bijou Nzirirane- Ma notiamo che nonostante il coinvolgimento diretto del Ruanda alle atrocità commesse in Congo, l’Unione Europea continua a finanziare Kigali, rendendosi così complice della carneficina che si sta perpetrando nell’est della Repubblica Democratica del Congo. È tempo del coraggio, è tempo di difendere i diritti dei bambini e delle donne Congolesi. E’ tempo di agire a favore della giustizia e della pace. Anche i Congolesi hanno diritto ad autodeterminarsi”.