Il ricordo di Orcel il 16 ottobre
“Viva Orcel! Orcel vive!”. Lunedì 16 alle ore 10 la commemorazione di Giovanni Orcel in corso Vittorio Emanuele, con la partecipazione degli studenti del Regina Margherita
Palermo 13 ottobre 2023 – La commemorazione di Giovanni Orcel, a 130 anni dal suo omicidio, si svolgerà lunedì 16 ottobre, alle ore 10, in corso Vittorio Emanuele (angolo via del Giusino).
Per la prima volta alla ricorrenza parteciperà una delegazione di studenti e studentesse di tutte le classi dell’Istituto Regina Margerita, la cui sede centrale sorge nelle vicinanze del luogo dove il sindacalista fu ucciso il 14 ottobre del 1920.
All’iniziativa “Viva Orcel! Orcel vive!”, interverranno Dino Paternostro, responsabile dipartimento Archivio e memoria storica della Cgil Palermo il segretario generale Fiom Palermo e Sicilia Francesco Foti, il presidente del centro Impastato Umberto Santino e il segretario Cgil Mario Ridulfo. Prenderanno la parola anche due studenti del Regina Margherita, con la lettura di testi, e si assisterà a un momento musicale. Mercoledì scorso la Cgil ha incontrato gli studenti del liceo per un momento di riflessione e di ricordo sulla figura del sindacalista.
“Giovanni Orce, insieme a Nicoló Alongi, voleva costruire l’unità del mondo del lavoro, che un secolo fa era composto essenzialmente da operai e contadini, da lavoratori delle città e da lavoratori della campagna – dice Dino Paternostro, responsabile del dipartimento Archivio e Memoria storica della Cgil Palermo – L’unità era necessaria per conquistare diritti e per contrastare agrari, mafiosi e industriali che quei diritti negavano. Fu assassinato, come mesi prima era stato assassinato Alongi. Ma la loro azione resta ancora oggi di estrema attualità. Il mondo del lavoro può avanzare e conquistare nuovi diritti anche per le aree sociali più fragili solo se costruisce unità ed obiettivi comuni”.
“Sono pochi gli uomini e le donne che vivono nel ricordo e nella gratitudine perenne delle persone. In una città che tende a divorare i suoi abitanti – osserva il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – il fatto che la memoria di Giovanni Orcel continua, significa che questa memoria non è morta ma vive e si tramanda tra le generazioni, non solo nel ricordo, ma anche nell’impegno per la giustizia sociale, per il lavoro giusto. In ogni luogo di lavoro, fabbrica o cantiere, in ogni tempo da oltre centovent’anni Orcel vive, dunque: viva Orcel”.
“Orcele, per il lavoro che ha svolto a tutela dei lavoratori del Cantiere Navale è e resta esempio e punto di riferimento per tutti. Le sue idee e le sue rivendicazioni continuano per noi ad avere lo stesso valore di ieri – dichiara Francesco Foti, della Fiom Cgil Palermo – Orcel fu protagonista dell’occupazione del cantiere navale contro le gabbie salariali e il caro vita. Anche noi, a distanza di cento anni, abbiamo portato avanti una stagione di occupazioni e di lotte per ottenere nuove commesse per il rilancio dello stabilimento. E la settimana scorsa, finalmente tutto questo si è tradotto con l’attribuzione di una importante commessa per la costruzione di una intera nave, che rilancia la mission produttiva e lo sviluppo completo dello stabilimento di Palermo”.
Erano gli anni tra il 1919 e il 1920, il cosiddetto “biennio rosso”, quando in Sicilia esplosero le grandi lotte operaie, che a Palermo portarono all’occupazione del Cantiere Navale da parte della Fiom.
Orcel fu accoltellato in corso Vittorio Emanuele il 14 ottobre del 1920, dopo le 23, da uno sconosciuto che si avventò sul sindacalista colpendolo al fianco sinistra e lasciandolo per terra dissanguato. Il dirigente sindacale era da poco uscito dalla sede sindacale di via Lungarini, per discutere delle elezioni amministrative che si sarebbero tenute a novembre. Il partito socialista l’aveva candidato alla Provincia.
Ai suoi funerali parteciparono oltre 10 mila persone che sfilarono in corteo chiedendo giustizia per il suo assassinio. I compagni di militanza denunciarono come responsabili i capimafia del tempo, ma i due delitti rimasero impuniti, come molti altri che colpirono, prima e dopo, dirigenti e militanti politici e sindacali.