Palermo 25 marzo 2025 – Piano asili nido 2025: la Cgil Palermo ha sollecitato oggi tutti i comuni dell’area metropolitana ad aderire alla manifestazione di interesse che scade il 3 aprile, finalizzata alla costruzione di nuovi asili nido e alla riconversione di edifici pubblici non già destinati a questo servizio.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della Missione 4 – Istruzione e Ricerca del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e rappresenta un passo concreto per il potenziamento dell’offerta educativa per i piccoli.
“Non si può rinunciare all’occasione di portare la nostra provincia ad avvicinarsi agli standard europei nell’erogazione di un servizio così essenziale per le bambine e i bambini e per la conciliazione vita lavoro”, scrivono le segretarie Cgil Palermo Laura Di Martino e Bijou Nzirirane e Giuseppe Guarcello, responsabile del dipartimento contrattazione sociale e territoriale Cgil Palermo, nella lettera inviata oggi ai comuni.
Il riferimento è al decreto n. 51 pubblicato dal ministero dell’Istruzione e del Merito del 17 marzo scorso e al relativo avviso pubblico per l’avvio della procedura di acquisizione delle adesioni e delle manifestazioni di interesse per la definizione di un nuovo Piano di interventi per asili nido.
Nella provincia di Palermo potranno essere finanziati 1.586 posti. Si passa dai 300 posti di Palermo, ai 108 di Bagheria, gli 84 di Monreale e Carini, i 42 di Cefalù e Termini Imerese, i 36 di Villabate, Cinisi, Casteldaccia, Capaci e Terrasini, i 32 di Altofonte e San Giuseppe Jato e via via a scendere. Gli enti locali sono chiamati a registrare l’adesione alla manifestazione di interesse per il piano di interventi.
La Cgil Palermo chiede anche ai comuni un incontro per discutere dello stato di attuazione dei progetti Pnrr e delle azioni a sostegno della genitorialità e dei diritti dell’infanzia.
Il termine di aggiudicazione lavori è fissato al 31 agosto e i lavori dovranno essere conclusi entro il 30 giugno del 2026.
“Il Pnrr, pensato per rilanciare il Paese e eliminare le diseguaglianze territoriali – aggiungono Di Martino, Nzirirane e Guarcello – incontra gravi difficoltà nel settore dei servizi educativi per l’infanzia. Gli obiettivi iniziali, già ambiziosi, sono stati ridimensionati, mentre ritardi, tagli e disuguaglianze territoriali continuano a minare il diritto all’educazione di bambine e bambini. Molte bambine e bambini restano esclusi dai servizi educativi”.
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