Palermo 28 febbraio 2025 – Lavoro stabile, sicurezza nei cantieri e i 5 sì ai referendum di primavera: di questi temi si parlerà martedì 4 marzo alle ore 9 all’assemblea delle assemblee generali della Cgil Palermo convocata al San Paolo Palace Hotel, in via Messina Marine 91.
Sarà, per la Cgil Palermo, l’appuntamento di lancio della campagna referendaria, davanti a una platea di oltre 500 persone, composta dal gruppo dirigente del sindacato, con le sue categorie e il sistema dei servizi, i giovani, i pensionati, le delegate e i delegati di tutti i posti di lavoro di Palermo e provincia ed esponenti di associazioni, gruppi e forze politiche che stanno condividendo con la Cgil, attraverso la costituzione di un coordinamento per i cinque sì, il percorso referendario.
Tutto pronto per la partenza anche a Palermo della campagna elettorale che la Cgil sta lanciando in tutto il Paese con una strategia di comunicazione a tappeto con lo slogan “Il voto è la nostra rivolta”, per difendere il diritto al lavoro e alla cittadinanza che porterà gli elettori alle urne entro il 15 giugno.
“Diamo l’avvio a una nuova fase di lavoro e di impegno del mondo del lavoro e di tutte le associazioni che con la Cgil condividono l’importante appuntamento alle urne per dire basta, votando cinque sì, alla precarietà dei contratti a termine, per garantire le tutele nelle piccole e grandi imprese, per il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro, per il diritto alla cittadinanza. Ristabilire condizioni di certezza dei diritti sul lavoro è la strada per restituire anche ai palermitani la libertà di costruirsi un futuro”, spiega il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, che terrà l’intervento introduttivo. Le conclusioni sono affidate al segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino.
“Diamo l’avvio a una nuova fase di lavoro e di impegno del mondo del lavoro e di tutte le associazioni che con la Cgil condividono l’importante appuntamento alle urne per dire basta, votando cinque sì, alla precarietà dei contratti a termine, per garantire le tutele nelle piccole e grandi imprese, per il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro, per il diritto alla cittadinanza. Ristabilire condizioni di certezza dei diritti sul lavoro è la strada per restituire anche ai palermitani la libertà di costruirsi un futuro”, spiega il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, che terrà l’intervento introduttivo. Le conclusioni sono affidate al segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino.
Durante la mattinata prenderanno la parola delegate e delegati per ciascuna delle dodici categorie, un rappresentante delle Camere del lavoro zonali del territorio, un rappresentante degli studenti e dei lavoratori migranti. E interverranno anche diversi esponenti delle associazioni, come Anpi, Arci, Rete per la difesa e l’attuazione della Costituzione, Forum salute pubblica. Sono stati invitati anche associazioni, gruppi e movimenti che hanno partecipato alla raccolta di firme contro l’autonomia differenziata e che hanno già deciso di costituire i comitati per i 5 sì.
“Ci muoviamo in un contesto segnato da tensioni internazionali e squilibri geo politici e dagli attacchi che il governo sta facendo a tutto campo, dalla giustizia all’informazione al mondo del lavoro, con un arretramento generale sul piano dei diritti e delle tutele delle persone che lavorano e delle persone che non possono usufruire di servizi adeguati e dignitosi – aggiunge Ridulfo – Assieme alle associazioni e a tutti i cittadini e cittadine che hanno a cuore il tema dei diritti delle persone, inizia questa fase di impegno con l’attività di ‘comitati per i 5 sì’ che stiamo costituendo in tutti i luoghi di lavoro, sul territorio e nei quartieri e nei paesi della nostra provincia. L’invito, a tutte e a tutti, è ad assumere l’impegno per i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza come fondamentale per il corso della storia di un Paese che negli ultimi trent’anni ha visto un arretramento sul piano dei diritti, dal pacchetto Treu fino al Jobs Act, con un aumento della precarietà del mercato del lavoro che ha determinato l’impoverimento del lavoro e il paradosso inaccettabile, come dice Landini, che si è poveri pur lavorando”.