Palermo 14 giugno 2024 – La Cgil Palermo, con Nidil, Sol e Inca, ha partecipato con una sua postazione alla terza edizione del Jail Career Day che si è svolto ieri presso lo scalo b, Lisca Bianca, alla Fiera del Mediterraneo, per discutere di diritti e doveri e prestazioni dei lavoratori nei percorsi di reinserimento sociale per detenuti minori e adulti presenti nelle strutture penitenziarie di Palermo.
Un appuntamento, Jail Career Day previsto dal progetto “Svolta all’Albergheria!” per rafforzare l’incontro tra le aziende e le persone in esecuzione di pena e creare un dialogo efficace tra sistema penitenziario, imprenditoriale e comunitario.
Durante l’evento, si sono alternati momenti di matching tra aziende presenti e le persone profilate, ovvero inserite in percorsi di professionalizzazione e supporto all’imprenditorialità.
Tra gli interventi, Nadia Lodato coordinatrice del progetto svolta all’Albergheria,il Presidente del tribunale Palermo Piergiorgio Morosini, la dirigente del centro per l’impiego di Palermo e Monreale Salvatrice Rizzo.
“Oggi abbiamo dialogato con molte persone che sperano di trovare un’occupazione e che si sono avvicinate a noi, abbiamo fornito informazioni sui diritti e doveri dei lavoratori e sui diritti individuali – dichiarano la segretaria provinciale Cgil Palermo Laura Di Martino, il segretario generale Nidil Cgil Palermo Francesco Brugnone, il direttore Inca Cgil Palermo Valerio Lombardo e l’operatrice Inca Cgil Palermo Vanessa Sirchia – Abbiamo fornito assistenza e le prime linee guida per ricreare il proprio curriculum Vitae, dato piena disponibilità, contatti e sedi ove poter incontrarci e iniziare un percorso di orientamento, nuova (ri)conoscenza del mondo del lavoro che si incrocia con il cambiamento che la società e il perimetro della richiesta delle figure lavorative richiede e necessita”.
“Iniziative come questa – aggiungono Di Martino, Brugnone, Lombardo e Sirchia – non dovrebbero avere un carattere di straordinarietà. Purtroppo siamo ancora ben lontani da politiche attive del lavoro rivolte a persone in esecuzione di pena. La Costituzione assegna alla pena una funzione rieducativa e il lavoro è un fondamentale strumento rieducativo. Ma per essere definito tale deve essere garantito tutelato e retribuito e mai avere carattere afflittivo. Il reato non è la persona che va invece valorizzata nelle competenze”.