Palermo 22 giugno 2023 – Oggi, in occasione del 76° anniversario della strage di Partinico del 22 giugno1947, deposta una corona di fiori sul luogo dell’eccidio in corso dei Mille, a Partinico.
La Cgil ha ricordato Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Jacono, che persero la vita durante l’assalto alla Camera del Lavoro, avvenuto un mese e mezzo dopo la strage di Portella.
Alla commemorazione sono intervenuti Gaetano La Corte, responsabile della Camera del Lavoro di Partinico, Dino Paternostro, responsabile dipartimento Archivio e memoria storica Cgil Palermo, il segretario d’organizzazione Cgil Palermo Francesco Piastra. Hanno portato i saluti i saluti il sindaco di Partinico Pietro Rao, Piero Caleca, responsabile Uil Partinico, Piero Galati, responsabile Cisl Partinico e Salvatore Salvia, arciprete. Testimonianze di compagni e di familiari delle vittime.
Il segretario Cgil Palermo Francesco Piastra ha contestualizzato il momento storico, ricordando che nel dopoguerra si contrapponevano due mondi: chi rappresentava le istanze di cambiamento del modello sociale ed economico e chi invece voleva che tutto rimanesse immutato.
“Una lotta di classe tra i contadini da una parte e i latifondisti e i mafiosi dall’altra, che hanno scatenato una reazione sanguinaria assieme anche ad altre forze occulte, come quelle che operano per la strage di Portella Ginestra – ha detto Piastra intervenendo alla manifestazione – Questo movimento democratico, dopo il fascismo, si innervó nella nostra provincia e nel resto della Sicilia. Grazie a queste lotte, ci fu un avanzamento sul piano dei diritti sociali e delle condizioni economiche dei lavoratori e dei contadini, lotte che culminarono appunto con l’avanzata della classe operaia negli anni Settanta, con l’emanazione della legge 300, e poi più tardi con la riforma del sistema sanitario nazionale”.
“Oggi – ha aggiunto Piastra – rispetto a tanti diritti acquisiti, alcuni di questi rischiano di essere persi in un mondo dove la ricchezza e la povertà sono tornate a polarizzarsi”.
Prendendo spunto dalla mobilitazione per la Sanità e dagli ultimi fatti di cronaca, che hanno portato agli arresti anche di un assessore a Partinico, Piastra ha incitato a “lottare per un sistema sanitario efficiente nei nostri territori” e ha ricordato come l’autonomia differenziata “sia una minaccia e fonte di involuzione dei diritti”, e che “la corruzione sia un fenomeno presente che va combattuto perché toglie diritti. Non è possibile che per ottenere un’invalidità ci vogliono due anni e poi si copre che dietro le inefficienze si nasconde un meccanismo di corruzione che impedisce di soddisfare i diritti”.
“Oggi – ha continuato Dino Paternostro – abbiamo ricordato Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Jacono, assassinati nella strage di Partinico. Potevano morire tanti altri lavoratori, perché la banda Giuliano e i mafiosi quella sera sono passati a bordo di un camion sparando all’impazzata e lanciando bombe a mano. L’8 maggio a Partinico era stato assassinato Michelangelo Salvia, a cui si volle impedire di testimoniare sugli autori della strage di Portella della ginestra del primo maggio. Il 24 luglio, ancora a Partinico, sarebbe stato assassinato Leonardo Salvia, un altro dirigente del movimento contadino del paese”.
“Allora a Partinico – ha aggiunto Paternostro – nell’area del partinicese, nella provincia di Palermo e in Sicilia vi fu una vera e propria caccia all’uomo da parte degli agrari, della mafia e di pezzi dello Stato per fermare l’avanzata delle forze del cambiamento, del movimento dei lavoratori. La banda Giuliano sparò e uccise anche tanti carabinieri e rappresentanti delle forze dell’ordine. E lo Stato, lo Stato d’allora, piuttosto che combattere i criminali s’incontrava segretamente col bandito di Montelepre e con i mafiosi. Allora come oggi gridavamo “fuori la mafia dallo Stato”. Era una necessità allora e lo è ancora oggi. Liberare lo Stato dalle infiltrazioni mafiose e dalla corruzione era una necessità allora e lo è ancora oggi. Per questo, nel nome di Casarrubea, Lo Jacono, Leonardo e Michelangelo Salvia e tutti gli altri caduti, continuiamo la lotta contro la mafia, per la libertà e i diritti, per il lavoro e lo sviluppo.
“L’assalto alla Camera del Lavoro era stato preceduto, l’8 maggio del 1947, dall’assassinio, sempre a Partinico, di Michelangelo Salvia, militante comunista, per impedirgli di testimoniare sulla strage di Portella – ha detto Gaetano La Corte – Da quegli episodi è partita una grande mobilitazione del movimento contadino che prima ha portato la Camera del Lavoro di Partinico con Turiddu Termine e col sociologo Danilo Dolci al famoso sciopero alla rovescia del febbraio del 1956 e successivamente alle lotte per la costruzione della Diga dello Jato negli anni 70”.