FILLEA: VINTO IL RICORSO CONTRO LA SICURBAU
Azienda condannata a riassumere i lavoratori sospesi e trasferiti
FILLEA CGIL FILCA CISL FENEAL UIL PALERMO COMUNICATO STAMPA SICURBAU CONDANNATA A RIASSUMERE I LAVORATORI CHE AVEVA SOSPESO E TRASFERITO DOPO UNO SCIOPERO. IL TRIBUNALE DI TERMINI HA ACCOLTO IL RICORSO DEI SINDACATI. “SENTENZA IMPORTANTE. SICURBAU DEVE ANNULLARE GLI EFEFTTI DEI PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI. RICONOSCIUTO IL COMPORTAMENTO ANTISINDACALE” Palermo 3 agosto 2015 – Una sentenza del Tribunale di Termini Imerese dà ragione su tutta la linea al ricorso presentato dai sindacati degli edili Fillea, Filca, Feneal di Palermo contro la Sicurbau, l’azienda che per conto di Rfi sta eseguendo lavori di costruzione di una galleria presso il cantiere di Lercara Friddi. L’azienda, dopo uno sciopero indetto dai sindacati il 29 giugno scorso, in seguito a diverse iniziative a tutela dei diritti dei lavoratori impiegati, nello specifico relative al pagamento dello straordinario e di stipendi arretrati e all’osservanza delle norme di sicurezza, aveva emanato dei procedimenti disciplinare nei confronti di un gruppo di una quindicina di dipendenti e rappresentanti sindacali, 5 dei quali trasferiti ad Imperia. Il giudice istruttore Teresa Ciccarello ha accolto totalmente il ricorso riconoscendo il comportamento antisindacale e condannando l’azienda a rimuovere gli effetti dei provvedimenti adottati mediante la riammissione in servizio dei lavoratori sospesi, sentendo i lavoratori colpiti da provvedimenti, revocando i provvedimenti di trasferimento, rimuovendo gli effetti degli atti di rinuncia delle spettanze pregresse fatti firmare ai lavoratori. Le organizzazioni Fillea, Filca e Feneal, con i segretari Francesco Piastra, Dino Cirivello e Angelo Gallo, esprimono grande soddisfazione per l’esito della sentenza del Tribunale che condanna l’azienda per attività antisindacale (articolo 28 della legge 3000 del 1970). “Viene riconfermato il diritto dei lavoratori a scioperare e manifestare liberamente. E’ una sentenza importante, che testimonia il fatto che la legge 300 è una legge di libertà. Una legge fondamentale, che va preservata da improvvide modifiche legislative, in quanto riconosce al lavoratore il suo ruolo e il suo giusto peso, ponendolo in condizione di parità rispetto al datore di lavoro, e sancisce il diritto di rappresentanza delle organizzazioni sindacali – dichiarano i segretari di Fillea, Filca e Feneal Francesco Piastra, Dino Cirivello e Angelo Gallo, assistiti dagli avvocati Marco Evola, Giuseppe Mesi e Salvo Pirrera- Le nostre ragioni sono state tutte quante riconosciute. L’azienda avrebbe dovuto sentire i lavoratori e ora deve completamente annullare gli effetti dei suoi provvedimenti disciplinari. Sicurbau ha agito in maniera illegittima soprattutto chiedendo ai dipendenti di firmare gli atti di rinuncia, anche questi annullati. Di fatto l’azienda, condannata anche a pagare le spese legali, ha operato senza confronto, in un rapporto individuale coi suoi dipendenti che scredita il ruolo del sindacato e mette in difficoltà i lavoratori”. Al cantiere sulla linea ferrata di Lercara lavorano 50 lavoratori. Il giorno dello sciopero, al quale non parteciparono tutti, furono colpiti a vario titolo da provvedimenti sul piano legale una quindicina di operai, quelli che più attivamente avevano partecipato alle iniziative. Il giudice scrive che “la condotta posta in essere dalla resistente nell’irrogare sanzioni disciplinari a dodici dei partecipanti allo sciopero non appare giustificato e appare espressione di un comportamento funzionale a limitare il diritto di sciopero”. Il giudice ha inoltre ritenuto che lo sciopero, limitato a poco più di un paio d’ore, non ha impedito lo svolgimento dell’attività lavorativa, non ha ostacolato l’ingresso di mezzi in cantieri né ha creato pericoli per la sicurezza dei lavoratori.